Praticamente tutti ne abbiamo una piccola quantità in corpo assunta attraverso il cibo, ma probabilmente è cancerogeno.

La notizia del sequestro di 50 mila tonnellate di grano canadese (l'intero carico di una nave di 256 metri) per la possibile presenza di sostanze pericolose ci ha obbligato a porci una domanda: che cosa ne sappiamo del glifosato?

Prima di rispondere, citiamo i fatti per chi si fosse perso la notizia (anticipata dalla Gazzetta del Mezzogiorno e confermata poi dall'Ansa). Il 9 giugno è attraccata al porto di Bari la nave merci Cmb Partner proveniente da Vancouver (da dove era partita 40 giorni prima) con un carico di grano destinato all'industria pastaia. Per scaricarlo, sarebbero serviti 1600 tir. La Procura di Bari ha disposto il sequestro del carico per effettuare alcune analisi sul grano.

I coltivatori italiani (con Coldiretti in prima linea) puntano il dito su due caratteristiche del grano straniero (in particolare canadese): la presenza di micotossine (sostanze tossiche prodotte dai funghi, di cui parleremo in un altro articolo) e di glifosato, l'erbicida più diffuso al mondo.

Che cos'è il glifosato?

È l'erbicida (o diserbante) più diffuso del mondo ed è alla base del prodotto Roundup, brevettato da Monsanto per essere usato sui campi seminati con gli OGM prodotti dall'azienda statunitense. Scaduto il brevetto, il glifosato è oggi venduto e utilizzato in tutto il mondo.

La tecnica preharvest

Oltre al suo uso principale, per uccidere le erbacce nei campi, il glifosato è utilizzato anche nella cosiddetta tecnica "preharvest" (che significa 'prima del raccolto'). Consiste nell'irrorare i campi di grano già maturo attraverso appositi aerei per far seccare le piante e poterle trebbiare più velocemente. Per questo motivo il glifosato è conosciuto tra gli agricoltori anche come "seccatutto".

Questa tecnica non è utilizzata in Italia, dove si semina in autunno e si raccoglie in estate, ma diventa fondamentale in Canada, dove le temperature più fredde obbligano gli agricoltori a seminare in primavera e raccogliere tra settembre e ottobre. Così, per scongiurare l'arrivo del freddo e delle piogge, viene "seccato" circa due settimane prima della raccolta. Questa tecnica porta anche ad avere alcuni valori nutritivi più alti, tra cui le proteine (e dunque il glutine).

Il glifosato fa male?

Su questo punto assistiamo ad un vero e proprio scontro tra la Iarc (Centro internazionale per la ricerca sul cancro) e l'Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare). Nel 2015 la Iarc ha inserito il glifosato tra le sostanze potenzialmente cancerogene, successivamente l'Efsa ha smentito questa conclusione. Lo studio della Iarc si basa su un numero maggiore di prove, come spiegato dal professor Carlo Modonesi dell'associazione Medici per l'ambiente-Isde Italia sul numero di giugno del mensile Il Salvagente. Inoltre, come si legge sempre su Il Salvagente, tutte le sostanze considerate dalla Iarc potenzialmente cancerogene si sono nel tempo rivelate cancerogene accertate. A breve l'Unione Europea dovrà decidere se rinnovare l'autorizzazione all'utilizzo di glifosato per altri 7, 10 o 15 anni oppure negarla, una petizione internazionale ha chiesto di non rinnovarla e ha già superato la quota di un milione di firme da almeno sette Paesi necessaria per essere discussa.


Quanto glifosato "mangiamo"?

Il mensile Il Salvagente ha testato i livelli di glifosato nelle urine di 14 donne incinte trovandone la presenza in tutti i campioni. In precedenza indagini simili avevano trovato tracce di glifosato in 27 campioni su 27 in un'indagine tra donne e bambini in Danimarca e in 48 campioni su 48 in un test a cui si sono sottoposti alcuni eurodeputati. 

Il glifosato si può trovare in tutti i prodotti a base di grano (è stato trovato in corn flakes, farine, biscotti, fette biscottate e pasta testati da Il Salvagente nel 2016). In particolare la pasta di lavorazione industriale utilizza molto il grano trattato con glifosato attraverso la tecnica preharvest perché il maggior tenore glutinico dovuto a una quantità più alta di proteine consente di lavorarlo più velocemente e a temperature più alte. Tutti i valori riscontrati, va detto, sono al di sotto dei limiti di legge.


Come possiamo evitarlo?

Dal momento che il glifosato non è vietato e non esiste ancora l'obbligo di indicare la provenienza del grano in etichetta (nemmeno nel Made in Italy), l'unica arma in mano al consumatore è scegliere prodotti biologici. Se trovate l'indicazione "Agricoltura Italia" vicino al logo Biologico europeo allora potete essere sicuri che la materia prima non solo è bio, ma proviene anche dal nostro Paese dove la tecnica del preharvest non è utilizzata. 


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