La sensibilità al Glutine, un fenomeno che oggi giorno coinvolge sempre più individui, alimentazione e la Yoga sono due validi alleati contro i dolori addominali.
La sensibilità al Glutine, un fenomeno che coinvolge numerosi individui
Esiste un gruppo percentualmente significativo di individui, circa il 10-15% della popolazione mondiale, che pur non essendo affetto da celiachia presenta una vasta gamma di sintomi gastrointestinali, noti come sensibilità al glutine non celiaca (NCGS). Questa dicitura negli ultimi tempi è oggetto di un vivace dibattito, infatti diversi studiosi la stanno modificando in “sensibilità al grano non celiaca”, poiché non si ha l’assoluta certezza che questi fenomeni infiammatori siano di esclusiva pertinenza del glutine.
Più che al glutine tali problematiche pare siano connesse ai cosiddetti FODMAP fermentable oligo-, di- and monosaccharides, and polyols – ossia oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi fermentabili e polioli) carboidrati a catena corta, il cui accumulo nell’intestino, in soggetti particolarmente sensibili, può portare all’aumento di liquidi e alla produzione di gas, in particolar modo idrogeno, con tutti i disturbi che possono conseguirne.
Gli studi recenti confermano la bontà dei Grani Antichi contro le problematiche intestinali
Un recente studio (2018/2019) della Fondazione Policlinico Universitario “A. Gemelli” IRCCS si è focalizzato proprio sugli effetti di tali componenti.
La popolazione oggetto di tale studio era composta da 34 pazienti affetti da Intolleranza al Glutine non Celiaca (Non-Celiac Gluten Sensitivity, NCGS). Il quadro clinico si componeva di sintomi intestinali quali dolore addominale e gonfiore e sintomi che interessavano tutto l’organismo quali affaticamento, mente annebbiata (mental fog), mal di testa, dolore osseo e articolare, depressione, eczema o rash cutaneo.
Tale analisi ha dimostrato chiaramente che il consumo di pasta ottenuta dalla cultivar Senatore Cappelli (grano antico) ha ridotto sensibilmente i sintomi intestinali ed extra-intestinali.
Un altro studio (2015) noto come “Golden Grain Study” portato avanti su una comunità di tipo chiuso ossia la Congregazione delle Suore Collegine della Santa Famiglia di Palermo (su 30 suore per 30 giorni) ha previsto la sostituzione di grani moderni con grani antichi.
Al termine dei 30 giorni si è osservato che i valori di colesterolo totale sono risultati più bassi in quasi tutti i soggetti con una riduzione tra l’1% e 23% (in media attorno al 10%). Non si sono osservati valori anomali in termini di calcemia, acido folico, proteine totali, albuminemia, conta globuli bianchi, conta piastrine.
Quasi tutti i soggetti hanno parlato di una netta migliore digeribilità.
Il valore terapeutico dello Yoga in casi di problematiche intestinali
Ma non solo l’alimentazione ci può aiutare in caso di problematiche intestinali, ma come sempre anche il nostro vecchio caro yoga.
Come ci viene ricordato nel libro “Lo yoga che ti cura”, il medico Timothy Call, in merito alla salute dell’intestino, afferma: “Il regolare funzionamento del sistema gastro-intestinale dipende dall’azione del sistema nervoso involontario, e particolarmente il parasimpatico, associato al rilassamento e al recupero fisiologico. Lo stress attiva infatti il sistema nervoso simpatico caratterizzato dalla reazione combatti o fuggi e ciò può interferire sulle funzioni intestinali”.
Ecco perché lo Yoga può aiutarci. Ecco alcune Asana (posture) assolutamente indicate utili ed efficaci in caso di coliti, gas e dolori addominali ed altri sintomi connessi ad un intestino dolorante.
Vajrasana (la posizione del diamante).
Inginocchiatevi sul tappetino, alluci uniti e talloni separati, abbassate i glutei sedendo sulla superficie interna dei piedi con i talloni a contatto con i lati delle anche.
Poggiate le mani sulle ginocchia con i palmi rivolti verso il basso, tenete il dorso e la testa dritti, ma rilassati, evitando di arcuare la colonna vertebrale indietro. Chiudete gli occhi e rilassate tutto il corpo. Respirate normalmente e osservate il flusso d’aria che entra ed esce dalle narici. Per rendere l’Asana più comoda potete mettere una coperta piegata o un cuscino tra i glutei e i talloni.
Halasana (posizione dell'aratro).
La posizione dell’aratro dona elasticità alla colonna vertebrale e al collo, tonifica i nervi e aiuta la circolazione, se soffrite di pressione alta, provvede ad abbassarla. E’ sconsigliata alle donne durante il periodo mestruale e nei primi mesi di gravidanza. Scioglie le tensioni a livello addominale, allunga la muscolatura (quella della schiena in particolare) e favorisce il rilassamento calmando la mente. Ecco come fare: distendetevi supini, con le braccia rilassate ai lati del corpo. Piegate le ginocchia, con i piedi saldamente ancorati al suolo e i talloni vicini al sedere. Fate forza con le braccia sul pavimento, alzando schiena e anche fino ad avvicinare le ginocchia alla faccia. A questo punto distendete le gambe e portate i piedi sul materassino dietro la vostra testa. Il mento è premuto contro lo sterno. Rilassatevi e respirate regolarmente.
Matsyasana (posizione del pesce, ottima controposizione rispetto a quella precedente di Halasana).
Eseguitela con cautela specie se soffrite di problemi cervicali. Ecco cosa fare nel dettaglio: sdraiatevi a pancia in su, con i gomiti poggiati a terra. Da questa posizione, inarcate leggermente la schiena, lasciando che la testa si reclini all’indietro con la sommità che tocca il pavimento. L’aiuto dei gomiti per sostenere il peso del corpo serve soprattutto ai principianti. Una volta acquisita una certa dimestichezza, le braccia possono anche rimanere rilassate. In tutto ciò, potete mantenere le gambe distese oppure incrociarle.
Oltre a queste (ed altre Asana) anche il ricorso a pratiche di controllo del respiro (Pranayama) si rivela utile ed efficace.
Una pratica molto semplice che mi sento di consigliare a tutti è la respirazione a narici alternate (Nadi Shodhana Pranayama). Chiudete la narice destra ed inspirate dalla sinistra, successivamente chiudete la narice sinistra ed espirate dalla destra, poi inspirate dalla destra, chiudetela ed espirate dalla sinistra. Questa pratica attiva il sistema nervoso parasimpatico, calmando la mente e le tensioni addominali. Riequilibra la connessione tra gli emisferi cerebrali, aiutando la ricostituzione di quell’asse di comunicazione addome-cervello.
L’alimentazione e la Yoga diventano quindi due validi alleati contro i dolori addominali (anche se non bisogna mai dimenticare di confrontarsi con il proprio medico!!!).
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Photo by Burst from Pexel
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