Siamo sicuri di ricordarcela bene? Riassumiamo brevemente tutto quanto dobbiamo conoscere e ricordare.

Non basta nascere e vivere in Italia per aderire automaticamente alla “Dieta Mediterranea”. Perché col passare del tempo, tendiamo ad allargare le maglie di questo perfetto schema alimentare per farci passare un po’ tutto. E forse ormai non ci ricordiamo neanche più bene di come era all’origine.

Facciamo allora un tuffo nel (tutto sommato recente) passato e ripassiamo: quali erano gli alimenti cardine della alimentazione dell’Italia fino agli anni ’50? Come mangiavamo prima della food revolution? 

Con il termine Dieta mediterranea si intende un modello nutrizionale ispirato alla tipica alimentazione della popolazione italiana, greca e spagnola. Talmente tipica che ci son voluti due americani per accorgersi che nel bacino del Mediterraneo, mentre noi eravamo intenti a mettere insieme i pranzi con le cene, accadevano miracoli. 

Furono Ancel e Margaret Keys, due medici, a coniare il termine e il concetto di dieta mediterranea. Per noi era scontato, era quello che mangiavamo perché quello la Terra ci dava. Vai a pensare che nel resto del mondo facevamo molto diverso: mica c’era Internet!

Dieta mediterranea, frugale e rurale uno sguardo nel tempo

Notarono che la dieta giornaliera delle categorie rurali era molto frugale: l'elemento principale era sempre il pane integrale (in alcuni casi ancora sostituito dalla polenta), accompagnato da erbe di campo, olive, cipolle o patate, cavoli o fagioli. 

Non presenti piatti che richiedessero una elaborata fase di preparazione a meno che non si voglia considerare tale la cottura di una minestra, del baccalà, della polenta o di una frittata. 

Quindi: pane e companatico (cipolla, formaggio, olive, peperoni) e grossi piatti di verdura e fagioli. Il tutto condito con olio di oliva. Poi noci e nocciole e frutta fresca come dessert (dolci con miele e marmellate poche volte al mese) latticini (principalmente formaggi e yogurt) consumati giornalmente in modesta-moderata quantità; pesce e pollame di tanto in tanto; da zero a quattro uova la settimana; carni rosse in minime quantità e vino consumato in quantità modesta-moderata, generalmente durante il pasto.

Vi ritrovate con l’alimentazione attuale?

No. Ci scommetto.

Dieta Mediterranea, siamo sicuri di conoscerla?

Un breve esame di coscienza e ci rendiamo conto che ciò che mangiamo oggi sta alla Dieta Mediterranea come Donald Trump al Messico.

La nostra alimentazione è stata piano piano ossessionata dalla carne: il fatto che con il boom economico e gli allevamenti intensivi (nati dopo gli anni ’60) diventasse disponibile ci ha abbagliato e convinto che allora ne dovevamo approfittare a più non posso. Fino al punto che le mense ospedaliere servono carni rosse e prosciutti ai reduci da infarto e ictus!

In più ci si sono messi i cibi pronti, lavorati e processati, le merendine e le patatine, le bibite gassate e il junk food, gli zuccheri nascosti e i grassi idrogenati, la farina raffinata…la deriva ha avuto inizio.

Tutto questo non solo non è sano ma non è nemmeno sostenibile. E’ un’alimentazione povera di derivati animali e cibi processati quella che impatta meno sul Pianeta. Non a caso la Dieta Eat Lancet (una versione della Dieta Mediterranea pubblicata sulla celebre rivista scientifica Lancet) viene vista come unica soluzione per dare da mangiare a tutti nel modo più sostenibile per la Terra.

I miracoli della (vera) Dieta Mediterranea

Diversi studi, alcuni ancora in atto, hanno provato che nel Mediterraneo, nei primi anni sessanta, l'aspettativa di vita era tra le più alte del mondo; al contrario l'incidenza di malattie come la cardiopatia ischemica, alcuni tumori e altre malattie croniche correlate alla dieta (diabete, ipertensione) era invece tra le più basse del mondo; questo avveniva nonostante l'elevata abitudine al fumo, il livello socio-economico basso e la scarsità di assistenza sanitaria.

Tutto questo patrimonio di salute e sostenibilità l’abbiamo perso.

Il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro stima che il 30% dei tumori più comuni oggi è legato all’alimentazione, al sovrappeso, al fumo e alla scarsità di attività fisica.

E il Ministero della Salute ci informa che le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte nel nostro Paese, essendo responsabili del 35,8% di tutti i decessi (32,5% nei maschi e 38,8% nelle femmine). Malattie che derivano quasi interamente dal nostro stile di vita.

Possiamo tornare indietro? Sì, dobbiamo!

Dobbiamo al più presto recuperare le nostre origini alimentari e come in un furioso rewind tornare all’inizio del film. Resistere alle tentazioni di un’industria subdola e suadente e tornare in cucina: i cereali integrali, in chicco o in farina devono tornare essere l’alimento più abbondante sulla tavola. Insieme ai legumi, ricchi di proteine e fibra. Del resto se no i cooking show cosa li guardiamo a fare?

Non abbiamo niente da temere: tutti gli studi condotti sulla dieta mediterranea hanno escluso carenze di qualsiasi tipo (sì anche l’anemia) e affermato che c’è solo da guadagnare!

Meno tumori, cardiopatie ischemiche, malattie croniche, minor incidenza di Parkinson e Alzheimer: questo è l’obiettivo raggiungibile. 

Per poter vivere sani a lungo! 

TAKE HOME MESSAGE: Il meglio per Te è anche il meglio per il Pianeta: i processi infiammatori cronici (alla base di quasi tutte le malattie) instaurati da una alimentazione scorretta possono regredire con una stringente aderenza ad un regime sano ed eco-sostenibile. 

Due piccioni con una…fava!

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