Intestino e Microbiota Intestinale, un approccio nutrizionale innovativo

Lo studio della flora microbica intestinale (il Microbiota Intestinale) è un argomento non solo attuale ma che può aprire un approccio nutrizionale innovativo ed in grado di affrontare positivamente una serie di condizioni fisiologiche e patologiche. É stato infatti dimostrato il suo coinvolgimento nella protezione contro agenti patogeni, nella modulazione del sistema immunitario e nello sviluppo delle situazioni fisiologiche, subpatologiche e patologiche.


Caratteristiche dell'intestino.

L'intestino presenta alcune peculiarità su cui é fondamentale porre l'attenzione:

  • é l'organo più grande dell'organismo – la sua estensione media, se ben disteso, varia dai 250 ai 400 mq;
  • é la sede delle emozioni – infatti tutte le emozioni, dal piacere alla gioia, dalla paura all'ansia si avvertono “nella pancia”;
  • é il nostro secondo cervello – sono presenti più neuroni nell'intestino che nel midollo spinaale
  • é la sede del 70% del sistema immunitario detto GALT – ovvero quello che deve difenderci da tutti gli attacchi, sia quelli che provengono dall'esterno dell'organismo (come le infezioni batteriche o virali) sia quelli connessi aall'ambiente interno (come le cellule tumorali).

L’intestino pone a disposizione un ambiente ricco di nutrienti mentre il Microbiota svolge funzioni indispensabili e che l'organismo non riesce a svolgere autonomamente come la produzione di alcune vitamine e la digestione di zuccheri complessi. Si crea una sorta di un “super-organismo”, frutto di complesse interazioni tra l'organismo e la sua componente microbica, in grado di “modulare” tra stato di salute o di patologia.

Lo studio del Microbiota ed il test di Metagenomica.

In realtà lo studio del “Microbiota Umano” e della sua implicazione con le diverse patologie risale al 1683 quando Antonie van Leeuwenhoek raschiò materiale granuloso tra i suoi denti e visualizzò con un rudimentale microscopio i batteri della placca dentale.

I dati recenti hanno evidenziato che in condizioni di “salute” il Microbiota rimane globalmente e individualmente stabile nel tempo; di contro, nel caso di diverse malattie quali il diabete tipo 2, l’obesità, il morbo di Chron, per fare qualche esempio, si osserva una significativa differenza sia nella quantità che nella diversità delle specie microbiche presenti.Per raggiungere questi risultati si sono dovuti superare i limiti imposti dalla microbiologia classica tramite colture cellulari e rivolgersi al sequenziamento del patrimonio genetico che ha permesso lo studio simultaneo di comunità di microorganismi.

schema microbiotaInfatti, la crescita su terreni da coltura consente di identificare solo 1-3% dei microrganismi presenti in un campiome (Gordon, 2012; Hugenholtz et al., 1998), poiché ogni specie richiede

particolari condizioni di crescita, mentre l'uso del DNA genomico consente di individuare la totalità delle specie che compongono il campione in esame oltre a poter evidenziare le interazioni che le diverse specie stabiliscono tra di loro e con l'ambiente in cui vivono.

La metagenomica è la branca della genomica che studia, simultaneamente, l'intera comunità complessa dei microrganismi presenti in un campione.

Grazie alla metagenomica è possibile studiare

l’insieme dei diversi materiali genetici (il metagenoma) derivanti dalle diverse specie presenti in un determinato ambiente; così il materiale genetico dell’uomo e quello derivante dal suo microbiota (detto microbioma), rappresenta il metagenoma umano. Interessante è sottolineare che mentre il genoma umano è statico, il suo metagenoma è dinamico, poiché condizionato dalle modifiche a cui vanno incontro le diverse specie microbiche con cui è in simbiosi.

La metagenomica ha permesso di scoprire che nell'intestino sono presenti ben centomila miliardi di microrganismi, come ha permesso di identificare i meccanismi di fine regolazione che permettono agli stessi di colonizzare e sopravvivere in stretta relazione con l’uomo. Si può, pertanto, considerare il microbiota intestinale come un “organo” nell’organo, che evolve con l’essere umano per raggiungere una relazione simbiotica che porta ad una fisiologica omeostasi.

Microbiota e Enterotipi.

In definitiva ogni condizione patologica o subpatologica o fisiologica si associa a variazioni ben conosciute nella composizione del Mcrobiota, note come Disbiosi, e tali composizioni sono conosciute come “ENTEROTIPI”.

Scopo che ci prefigiamo a partire da questo primo articolo é di fornire le indicazioni fondamentali sulle principali alterazioni del Microbiota (grado e tipologia dedlle sisbiosi, biodiversità genetica, permeabilità mucosale ed infiammazione sistemica in basso dosaggio) e sugli enterotipi connessi al diabete di tipo 2, all'obesità, alla cellulite, alle patologie cardiovascolari o alle dislipidemie, solo per fare qualche esempio.

Photo by Artem Beliaikin from Pexels

Anna Agnsudei Biologa Nutrizionista

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