La fantasia non è una dote esclusiva degli artisti: è una facoltà che tutti abbiamo e che migliora le nostre vite.

Nutrire la fantasia, per me, è un'esigenza professionale. 

Il mio lavoro, infatti, è scrivere storie a fumetti per personaggi come Dylan Dog, Tex Willer, Zagor, Mister No, Dampyr, Martin Mystére e qualcun altro. La fantasia è lo strumento che uso quasi ogni giorno per inventare nuove trame in cui avviluppare questi eroi e, spero, i loro lettori. Uno strumento che io cerco di "nutrire" e arricchire con letture di ogni genere, qualche viaggio, passeggiate nella natura e tanta, tantissima curiosità. 

Ma la fantasia non è una dote esclusiva di scrittori, artisti, musicisti e creativi. È una facoltà che tutti abbiamo, soprattutto da bambini, e che ci accompagna anche crescendo, quando magari la ascoltiamo e la alimentiamo un po' meno. Ed è uno strumento che può servire non solo per fuggire dalla realtà, ma anche per affrontarla meglio.

Per vivere meglio.

Per questo vi propongo una mia piccola fantasia. Una serie di idee e di immagini che mi sono venute in mente durante una passeggiata fra i grattacieli milanesi. 

Questo testo è stato pubblicato nel volume "Passeggiate Milanesi", a cura di Roberta Cordani, edizioni Celip, Milano 2014. Poi ho avuto l'onore e il piacere di leggerlo in pubblico all'ICS Milano Spiga di via Santo Spirito 21, invitato dal dirigente scolastico Armida Sabbatini, durante BookCity 2015.



Un sogno fra i grattacieli

Forse King Kong non si staglierebbe in modo così prepotente nella nostra fantasia, se non avesse avuto un Empire State Building da scalare. E Woody Allen non sarebbe diventato un simbolo della contemporaneità, senza lo skyline dell’amata Manhattan davanti alla sua panchina. Come farebbe Spiderman se non potesse gettare le sue ragnatele fra le vette e gli abissi dei grattacieli di New York? Persino Harry Potter, in uno degli ultimi film della fortunata saga, lascia il castello di Hogwarts per difendere dalla minaccia di Voldemort i grattacieli della nuova Londra, primo fra tutti il Gherkin (il famoso “Cetriolo”) di Norman Foster. 

Le architetture dei palazzi verticali nelle metropoli moderne hanno trovato un’eco sorprendente nella letteratura fantastica, nel cinema e nei fumetti soprattutto americani, dai sogni di Little Nemo ai mondi extraterrestri di Flash Gordon, fino ai voli colorati di moltissimi supereroi. In questo inizio di ventunesimo secolo anche i milanesi guardano con meravigliato stupore i riflessi, i bagliori, le luci di nuovi e nuovissimi grattacieli che stanno cambiando il profilo della città, sotto il tradizionale cielo di Lombardia. Sfogliando queste pagine, sulle quali molti bravi fotografi hanno trovato punti di vista inediti per la città degli anni Duemila, la fantasia prende il volo. Io - che fra le nuvole dei fumetti ci vivo - dove immaginerei di vedere i supereroi americani, se decidessero di fare una passeggiata nel cielo milanese ormai colonizzato da un discreto numero di grattacieli?

“È Superman!” Così gridavano verso la fine degli anni Trenta gli abitanti di Metropolis, autentica capitale dell’immaginario americano, quando vedevano volare fra i grattacieli il loro concittadino, primo dei moderni eroi in costume, ideato nel 1938 da Jerry Siegel e Jerome Schuster. Oggi anche a Milano ci sono altezze da brivido e da sogno. Fra vette d’acciaio e pareti di cristallo, l’immaginazione lancia i suoi richiami. Guardando all’insù dal vertiginoso cannocchiale di piazza Gae Aulenti o tra le sinuose le “onde” azzurre di Palazzo Lombardia, proprio lì vedrei una scia rossa e blu che si disegna a super-velocità nel cielo italiano. Un lampo, e il sogno è già scomparso.

Se in trasferta a Milano invece ci venisse Batman, il giustiziere incappucciato creato nel 1939 da Bob Kane e Bill Finger, sceglierebbe i grattacieli storici della città, che gli ricordano l’architettura un po’ retro della sua Gotham City: me lo vedo appostato nell'ombra, sui grossi puntelli che sostengono la torre Velasca, mentre guarda cupo verso le luci scintillanti degli alti palazzi di Porta Nuova. Sono certo che preferirebbe anche fare la sua comparsa sulla sommità della torre filaretiana al Castello Sforzesco o sulla Torre Branca al parco, facendo sventolare il suo nero mantello nel cielo notturno, piuttosto che scalare i grattacieli troppo avveniristici del Portello o della ex-Fiera.

Invece Spiderman, l’Uomo Ragno nato nel 1963 dall’inesauribile fantasia di Stan Lee e Steve Ditko, aggrappato alla guglia dell'Unicredit Headquarter A ce lo vedo benissimo. Da qui potrebbe fare un giro d'oriz­zonte e scegliere in quale direzione lanciare le sue ragnatele: magari verso i grattacieli Aria, Solaria e Solea del quartiere Porta Nuova Varesina, balzando e oscillando fra le diverse altezze, per concludere sulla cima inclinata del Diamante e scendere poi in scivolata sulla sua superficie in vetro e acciaio saltando sull’hotel Principe di Savoia, dove riprenderebbe le sembianze del giovane turista Peter Parker. Divertimenti da supereroe, che a noi umani è solo concesso immaginare.

Il Bosco Verticale sarebbe la location prediletta da Wolverine, il più selvaggio fra gli X-Men, ideati da Stan Lee e Jack Kirby nel 1963 (e poi ricreati da molti altri autori fra cui Len Wein, Dave Cockrum, Chris Claremont e John Byrne). Me lo immagino mentre si arrampica sui terrazzi, magari conficcando nelle pareti i suoi artigli di adamantio (il metallo duro come il diamante che ha rimpiazzato il suo scheletro: servono spiegazioni?) per poi sbucare fra il fogliame di una delle migliaia di piante e arbusti che formano questa singolare, innovativa giungla cittadina. Lui è istintivo e civilizzato, moderno e ancestrale: magari ha scelto di abitare proprio lì, in una foresta coltivata a diverse decine di metri dalle strade congestionate di traffico.

Quanto al nostro King Kong, se il gorilla gigante visitasse la Milano degli anni Duemila, credo che porterebbe la bionda di turno a vedere la città dalla cima della Torre Isozaki, che si erge sopra agli spazi della vecchia Fiera campionaria, da dove agli inizi del secolo precedente si levavano in volo palloni aerostatici e dirigibili dell'Expo milanese 1906.

Proprio da quelle parti, in via Buonarroti, è di casa un eroe newyorchese di origini italiane: il professor Martin Mystére, creato nel 1982 da Alfredo Castelli, di grattacieli se ne intende e forse sta già studiando la mappa tonda di Milano - che non a caso ricorda quella dell’Atlantide platonica - per scoprire se c’è un “mysterioso” disegno nella disposizione dei suoi nuovi grattacieli... 

Photo by Nick Bondarev from Pexels

Luigi Mignacco Sceneggiatore di fumetti dal 1981.

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