Come consentire al nostro cervello di gustare al meglio il cibo che mangiamo, alla luce delle scoperte della neuropsicologia.

Sapevi che due persone diverse possono percepire lo stesso evento in maniera diversa? Questo perché il nostro cervello processa le informazioni che provengono dai sensi sulla base delle esperienze che abbiamo già vissuto. Questa è solo una delle meraviglie del cervello, lo strumento più sofisticato che l'evoluzione ha prodotto in miliardi di anni. Basandoci sulle scoperte della neuropsicologia abbiamo trovato 4 segreti che ti permetteranno di gustare meglio il cibo che mangi.

1. Guarda prima di gustare

Spesso si dice che il cibo si comincia a mangiare con gli occhi. È vero. Il cervello processa le informazioni che riceve dai sensi legandole alla nostra esperienza passata, quindi guardando il cibo cominceranno ad attivarsi anche le aree responsabili della percezione del gusto.

Questo è stato dimostrato da un esperimento della ricercatrice francese Virginie van Wassenhove et al. Ha monitorato con l'RMF (Risonanza magnetica funzionale) l'attività cerebrale di un soggetto mentre guarda un video senza sonoro di una persona che parla. Ha scoperto che la corteccia uditiva si attiva come quando ascoltiamo un suono. Questo non avviene con un video di una persona che fa una smorfia.

Inoltre coinvolgere più sensi possibili migliora la nostra capacità di processare informazioni e ricordare. Un esperimento di Christopher T. Lovelace et al. ha mostrato un aumento fino al 30% delle prestazioni visive quando sono connesse al tatto. Un altro esperimento di Richard Mayer ha notato un miglioramento tra il 50% e il 75% nella capacità di risolvere problemi in soggetti che hanno appreso informazioni attraverso più sensi.

Quindi, non lasciate il gusto da solo. La prima cosa da fare quando si sta per gustare un piatto è guardarlo e magari, perché no, anche fotografarlo se volete!

2. Annusa il cibo

Chiudi gli occhi, avvicina il naso al piatto e respira. L'olfatto è il senso che più di ogni altro riesce a scatenare le emozioni, quindi lasciati ispirare dal profumo che senti.

Ogni senso invia segnali al talamo, una regione che si trova più o meno al centro del cervello e funge da torre di controllo per tutte le sensazioni che sperimentiamo con i sensi. Tutte le sensazioni, tranne quelle che provengono dall'olfatto. Queste infatti vengono processate direttamente in una zona situata tra gli occhi e inviate, senza passare dal talamo, ad altre aree del cervello tra cui l'amigdala, responsabile delle nostre emozioni e della memoria connessa a quelle emozioni.

Concentrarsi sul profumo del cibo ci permette quindi di emozionarci di più ogni volta che lo mangeremo.

3. Concentrati su quello che mangi

Il cervello è in grado di processare solamente 120 bit di informazioni al secondo. Per comprendere una persona che parla bisogna processare circa 80 bit di informazioni al secondo (questo è il motivo per cui non possiamo comprendere cosa stanno dicendo due persone che parlano allo stesso momento). 

Se mentre mangi stai guardando la televisione o consultando il cellulare significa che stai concedendo al cibo solo le briciole della tua capacità di processare informazioni. Di tutti gli stimoli che riceverai dalle tue papille gustative solo una parte verrà processata e diventerà accessibile alla tua coscienza. Gli altri verranno smarriti per sempre.

Per questo quando sei distratto o stai guardando un programma televisivo che ti prende può capitare che ti ritrovi con il piatto vuoto senza ricordarti di aver mangiato.

Quindi concentrati su quello che stai gustando, cerca di riconoscere quanti più sapori e profumi ti è possibile e... goditi il momento!

4. Evita gli eccessi di sale, zucchero e grassi

È risaputo che evitare questi eccessi fa bene al nostro organismo, meno che è importante anche per il nostro cervello.

Per capire il motivo bisogna riflettere sul fatto che la specie umana è nata circa 2,5 milioni di anni fa e fino a una manciata di decenni fa si è evoluta in un ambiente dove sale, zucchero e grassi erano nutrienti scarsi e preziosi per la nostra sopravvivenza.

Per questo nel corso dei millenni il cervello ha trovato un modo per segnalarci che queste sostanze sono importanti: quando le assumiamo rilascia un ormone chiamato dopamina che ci dà un senso di euforia e felicità. La dopamina funziona in maniera simile alle sostanze stupefacenti: ha il suo massimo effetto la prima volta che proviamo l'esperienza che innesca la sua produzione, poi viene rilasciata in dosi sempre minori perché ha già ottenuto il risultato che si prefiggeva: legare un certo cibo che è utile alla nostra sopravvivenza a una sensazione positiva che cercheremo di provare di nuovo in futuro. 

Questo meccanismo è in atto anche oggi. Tuttavia oggi in molte parti del mondo il cibo è pieno di sale, zucchero e grassi e non sono affatto nutrienti utili alla nostra sopravvivenza (anzi, è proprio il contrario ma questo il nostro cervello ancora non lo sa). 

Stimolare continuamente il cervello con grandi quantità di sale, zucchero e grassi ha l'effetto di sabotare le sue risposte naturali al cibo. Se sei abituato agli eccessi, quando mangerai un ottimo cibo sano con le giuste quantità di sale, zucchero e grassi non riuscirai più a provare una sensazione positiva.

Matteo Lusiani Sa di non sapere, per questo si informa.

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